FRIDAY FOR FUTURE – 15 MARZO 2019

Oggi è stata una giornata meravigliosamente intensa e ricca di emozioni e speranze positive!

Il nostro Circolo è stato invitato alla mobilitazione per la giornata mondiale del clima dal gruppo di giovani attivisti del movimento FridayForFuture di Pordenone.

Elisabetta insieme ad altri 15 ragazzi di vari istituti scolastici di Pordenone hanno organizzato un’incredibile mobilitazione di oltre 2000 ragazzi che prima ha riempito la grande Piazza XX Settembre, poi ha percorso tutto il Corso Vittorio Emanuele per raggiungere infine Piazzetta Calderari dove la manifestazione si è conclusa verso le 12.30 con una serie di interventi da parte dei ragazzi e di alcuni rappresentanti di varie associazioni.

Questo è il testo del messaggio che ho avuto l’opportunità di leggere ai ragazzi:

VIVERE MEGLIO CONSUMANDO MENO

La mia generazione fa parte di quella fascia di età che dagli anni 80 in poi ha contribuito in maniera esponenziale a produrre tutti gli effetti collaterali che oggi stiamo vivendo.

Dal 2008 in poi con l’inizio della grave crisi economica ho cominciato ad interrogarmi su quale scenario futuro i miei figli avrebbero potuto vivere e 4 anni fa, quando ho conosciuto il pensiero della decrescita felice nel mio percorso di vita, sono rimasta folgorata dal suo forte messaggio.

L’inquinamento dell’aria, dell’acqua e della terra si stavano già facendo sentire da tempo ed i problemi economico-sociali di una mercificazione incontrollata erano esplosi con grande forza .

Essere giovani oggi è un’impresa colossale, in quanto si è in balia del mercato del consumo. Più consumi, più spendi, più hai a disposizione l’ultimo modello dell’iphone e più sei considerato!

Ecco che è importante rompere questo circuito deleterio e diventare dei protagonisti-attori critici e non consumatori passivi.

Le risorse del pianeta sono finite e non ci può essere una crescita infinita in un mondo finito!

Già ai primi di agosto il pianeta terra è in Overshot day (sapete cosa vuol dire?). Consumiamo più risorse di quanto essa è in grado di rigenerare.

In questi ultimi 40 anni per soddisfare tutte le nostre esigenze e continuare ad inseguire la crescita dei consumi, abbiamo sfruttato le risorse come se avessimo due Terre a disposizione.

I costi del sovrasfruttamento del nostro pianeta sono sempre più evidenti: deforestazione, siccità, scarsità di acqua dolce, erosione del suolo, accumulo di anidride carbonica nell’atmosfera che alimenta il cambiamento climatico.

Abbiamo passato la soglia dei 400 ppm di CO2 nell’atmosfera e questo ci sta portando ad un aumento della temperatura globale terrestre tale da provocare fenomeni quali cambiamenti climatici che difficilmente riusciremo più a controllare.

Come ci sta dicendo Greta a gran voce: NON ESISTE UN PIANETA B!

Far sentire la propria voce non è però abbastanza, bisogna cominciare ad applicare un pensiero critico al sistema che ci ha condotto a questa crisi ecologica, sociale e culturale, e cominciare ad attuare da subito un cambiamento in grado di prospettare un’alternativa efficace e percorribile.

Ed è per questo che è urgente iniziare a ripensare al modello di sviluppo nel quale viviamo perchè attraverso il cambiamento degli stili di vita si può sicuramente VIVERE MEGLIO CONSUMANDO MENO, riducendo i rifiuti, evitando sprechi ed inefficienze, diminuendo l’impatto dell’agire umano, recuperando il tempo che dedichiamo a lavorare sempre di più per consumare sempre di più per dedicarci all’autoproduzione di beni, alla socialità, all’imprenditorialità attenta alla crescita umana della persona ed attivarsi per il recupero della biodiversità andata perduta.

ALCUNI SUGGERIMENTI CHE LA DECRESCITA CERCA DI ATTUARE SONO:

  1. Accorciare le distanze tra produzione e consumo, sia in termini fisici che umani. Fare acquisti locali direttamente dal produttore oppure entrare nelle reti dei gruppi di acquisto solidale;

  2. Riscoprire il ciclo delle stagioni ed il rapporto con la terra interrogandosi sulla qualità e provenienza del proprio cibo e riscoprendo i ritmi lenti della natura;

  3. Ridefinire il proprio rapporto con i beni e con le merci riscoprendo la manualità del fare e dell’autoproduzione che assicura un minore impatto ambientale, avremo meno trasporti ed imballaggi;

  4. Ricostruire i rapporti sociali attraverso la logica del dono e dello scambio non mercantile;

  5. Fare comunità consolidando le relazioni umane: vedo molta solitudine nei ragazzi di oggi nonostante siano pieni di amici virtuali!

  6. Allungare la vita alle cose, rifiutando la logica dell’ultimo modello adottando lo stile di vita basato sulle quattro R (RIDUZIONE, RIUSO, RECUPERO E RICICLO)

  7. Ripensare all’innovazione tecnologica finalizzata alla riduzione del consumo di risorse naturali ed al riciclo di tutte le merci in circolazione nella logica che si ispira all’economia circolare.

  8. Esserci pesando il meno possibile sull’ambiente come forma di massimo rispetto per noi e per gli altri (sostituire dove è possibile mezzi propri con mezzi pubblici e meno inquinanti ed attuare prassi di risparmio energetico nella propria casa.

La proposta della decrescita felice è proprio questa: ripensare la nostre idea di progresso e di benessere di fronte alla sfida che la crisi ecologica oggi ci pone, in modo da poter migliorare la qualità di vita di tutti.

Ridurre il consumo e la produzione di merci, associando un meccanismo di ridistribuzione, vorrebbe dire lavorare di meno, avere una qualità della vita più elevata con meno scambi mercantili e poter riscoprire la vere ricchezze della vita: il tempo per le relazioni sociali, quelle familiari, amicali e quelle comunitarie e politiche; il tempo per migliorare insieme l’ambiente in cui viviamo, i beni comuni, l’arte, il cibo e il tempo per tutto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.

QUESTA E’ DIVENTATA LA STRADA CHE HO INIZIATO A PERCORRERE E QUESTA E’ LA SPERANZA PER UN FUTURO MIGLIORE CHE MI SENTO DI INDICARVI.

BUONA DECRESCITA FELICE A TUTTI!